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10/12/2025 alle 14:17La logistica globale si trova a un punto di svolta. Dopo anni di instabilità – caratterizzati da tensioni geopolitiche, interruzioni delle catene di approvvigionamento, crescenti requisiti normativi e una carenza strutturale di manodopera – emerge che la resilienza non è più un prodotto del caso, ma un processo progettato. Il rapporto sulle tendenze “Designing for Disruption 2026” di Alpega offre uno sguardo raramente chiaro su come le aziende devono ristrutturare le loro strutture per poter sopravvivere in un’era di incertezza permanente.
(Dortmund) Il focus sull’efficienza, che ha dominato per decenni, sta rapidamente perdendo importanza. Al contrario, velocità, flessibilità e minimizzazione del rischio stanno diventando centrali. Sempre più produttori riportano le strutture di produzione e approvvigionamento vicino ai loro mercati di vendita – un passo che non solo accorcia le distanze di trasporto, ma rende anche le catene di approvvigionamento più resilienti agli shock politici ed economici. Parallelamente, cresce l’importanza dei sistemi di trasparenza digitale, che affinano la visione su rischi, capacità e dati in tempo reale.
La crescente densità normativa – dal regolamento UE sulle deforestazioni al CBAM fino a requisiti doganali più severi – costringe le aziende a non trattare più la compliance come un tema da back office. Chi non ha sotto controllo i propri dati di origine, le classificazioni o le prove dei fornitori rischia già oggi danni a due cifre in milioni. Il rapporto mostra: nei prossimi anni saranno premiate quelle aziende che integrano strategicamente la compliance e non si limitano a gestirla.
Pochi temi influenzano la logistica tanto quanto la carenza di personale. I vettori la indicano come il rischio maggiore per il 2026. Le aziende reagiscono con un cambiamento di paradigma: progettano nuovamente le reti di magazzino e trasporto in base al potenziale di manodopera disponibile – e allo stesso tempo puntano su soluzioni di automazione scalabili, che supportano a breve termine e creano indipendenza a lungo termine.
L’IA diventa il co-pilota – non un sostituto
L’intelligenza artificiale raggiunge la realtà operativa della logistica. L’IA ottimizza il carico, prevede le interruzioni e supporta le decisioni tattiche. Si dimostra particolarmente efficiente nella pianificazione del carico: aumenti del 20-30% nell’utilizzo dei camion sono già una realtà in alcuni progetti. Allo stesso tempo, gli esperti sottolineano che l’IA integra il giudizio umano, non lo sostituisce. Emergeno nuovi profili professionali, caratterizzati da competenze nei dati, comprensione dei processi e pianificazione degli scenari.
Al più tardi con ETS2, l’aumento dei costi del CO₂ e requisiti di sostenibilità più severi, cresce la pressione per ridurre sistematicamente le emissioni. Le aziende leader integrano già i criteri di CO₂ nelle gare d’appalto, rendono verificabili i cambiamenti di modalità e utilizzano biocarburanti o elettrificazione come vantaggio competitivo. La sostenibilità diventa quindi sempre più un fattore economico – non morale.
Gap di prontezza: sapere prima, ma non reagire più velocemente
Il rapporto mostra una realtà ambivalente: le aziende dispongono di dati e sistemi di allerta sempre migliori – ma molte non hanno processi chiaramente definiti per reagire rapidamente in caso di emergenza. La mancanza di manuali di gestione delle crisi, meccanismi di failover deboli o responsabilità poco chiare fanno sì che il tempo necessario per il recupero in caso di crisi rimanga più lungo di quanto dovrebbe.
La resilienza nasce dal design, non dalla speranza
Il messaggio del rapporto sulle tendenze è chiaro: il 2026 sarà un anno in cui si deciderà chi è pronto per la prossima interruzione – e chi la pagherà a caro prezzo. Le aziende che modernizzano le loro reti, pensano strategicamente alla compliance, utilizzano l’IA in modo mirato e integrano criteri ecologici negli approvvigionamenti usciranno rafforzate dalla transizione. È finito il tempo delle reazioni. Ora si progetta.
Foto: © Alpega






